La Tua Strada

Jung ha parlato della vita come di un viaggio di autorealizzazione dell'inconscio, nel quale l'IO si domanda dove andare e vorrebbe la certezza di una risposta che arrivi da qualcuno o qualcosa e che dica da quale parte dirigersi, mentre ovunque vada l'anima è espressione di quel che è.

Porsi il dilemma salva, abitare il conflitto, non volerlo risolvere. perchè non appena lo si inizia ad abitare, esso viene in qualche modo superato: è cambiata la coscienza di sè, il modo di relazionarsi con se stessi e così cambiano i sintomi e anche il corpo.

Non appena comincia il racconto di sè, emergono molte differenti infanzie, questa disidentificazione del copione unico è il primo passo di guarigione. Non una sola identità.

C'è un passato di trauma e uno di risorse, per questo non non c'è una sola infanzia, ma all’interno di differenti infanzie il segreto della tua soluzione.


Nella dimensione del mutamento quel che si dice, una volta detto, si traforma e si può riscrivere nell'infinito che tutti dentro abbiamo. Quando cogliamo l'occasione di entrarci dentro, sentirlo...toccarlo, quasi non ci crediamo di avere la possibilità di non essere solo la storia che raccontiamo, ma di poter essere molto di più di quel che siamo stati.

Pensi di essere solo quella donna, quel uomo, quel legame, quel profumo, quella stanza e, in quella circostanza, quella danza. Pensi di essere solo quel padre, quella madre, quella verità che l'altro dice viene massa e non passa.

Siamo un amore non vissuto, la separazione che una madre avrebbe sempre voluto, la paura davanti ad un cambiamento, le parole di nostro padre e una malattia rara, altamente aggressiva che il nostro sistema immunitario crea contro di noi.

Siamo tutto e il contrario.

Durante la cerimonia intima di questa narrazione del sè, si può andare oltre sè, oltre al sognare i propri sogni, camminare i propri passi, fino a quel che ancora non è conosciuto a noi, ma alla nostra coscienza.

Fino a scoprire che quel che accade, accade solo dentro, e che da fuori a dentro esiste un cammino infinito che trova varchi, vicoli ciechi, traghetti che passano, una bellezza collaterale, nel dramma dei drammi, un senso.