Avevo 18 anni quando ho sentito nel mio corpo il vuoto, nel mio sentire la perdita e nel mio percepito l’abbandono. Non stava accadendo nulla, in realtà, di tutto questo, ma solamente un’anima a me cara aveva completato il suo viaggio terreno.
Grazie a questa esperienza, non del tutto nuova per me, ho approfondito molti temi sulla morte e il morire. Mi stavo preparando a qualcosa che ancora non ero a conoscenza.
Negli anni successivi sono stata di supporto a diverse famiglie per poter gestire in armonia uno dei momenti più importanti della vita: la morte. Ricordo con piacere e immensa gratitudine le anime che mi hanno fatto questo regalo. Un regalo che insegna, fortifica, arricchisce, àncora alla vita con il peso di un soffio.
Amo il mio lavoro per essere tutti i giorni nella verità di un sentire, così autentico e pulsante. Quando questo sentire viene condiviso insieme alla propria famiglia, percepisco quel momento come se tutta la natura attorno sentisse l’eco di una guarigione profonda. La morte ha bisogno di essere vissuta, sentita e toccata.
La persona ha bisogno di sentirsi amata, accolta e accettata nella propria decisione. È una decisione morire. Abbiamo un tempo, il quando lo decidiamo noi perché la morte, secondo me, è il risultato di tante azioni compiute prima.