Mi piacciono le storie, mi piace come le raccontate, mi piace quella connessione che si crea tra me e te mentre fai parlare la tua malattia. Non mi interessa quello che è stato detto di lei, lascio a qualcun altro la diagnosi e la cura. Io posso ascoltare quello che ti ha portato a non amarti, a trattenere le tue emozioni, a bloccare il tuo respiro, a non trovare più il tuo tempo…nemmeno per i i tuoi “bisogni”. Cos’avevi deciso prima che lei avesse un nome, cosa dicevi a te stesso durante la notte, quando non riuscivi ad addormentarti, qual era l’azione che volevi fare e non ne avevi il coraggio.
Tu lo sai, dentro di te sai perché sei arrivato alla scelta.
Il cammino è fatto di scelte, molte volte non lasciamo alla nostra essenza fare quel che si sente, così la parte materiale (il nostro corpo) lo decide per noi e ci obbliga a scegliere se vogliamo vivere o morire per non aver fatto quella scelta. Per me la vita è fatta di onde, più riusciamo ad accogliere l’onda, più quell’onda può portarci lontano o far affogare.