Il primo passo terapeutico è l’apertura a ricevere, a conoscere. Il desiderio a ricevere è inerente alla creatura, così come l’impulso a donare. I nostri occhi cercano sempre nuove realtà. I nostri sensi aspirano a nuove impressioni.
L’uomo entra in contatto con l’infinito. E il corpo è un territorio sacro. Come il corpo, così l’azione scaturita dal corpo è luogo di rivelazione. La gioia dell’uomo è la capacità di inventarsi. Come il sorriso e la risata scuotono lo spazio sonoro, così la gioia spezza le catene dei pensieri prefabbricati e i lacci delle dottrine resistenti. Prendersi cura dell’essere implica restituire all’uomo il corpo che gli manca e la parola smarrita.
La riappropriazione del corpo è un processo di umanizzazione. Esiste una differenza fondamentale tra il vivere il corpo, cioè stabilire una comprensione dell’essere e occuparsi del corpo, ovvero mantenere in uno stato ottimale la macchina.